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lavoro autonomo occasionale o p.iva forfetaria?

Quando posso utilizzare il lavoro autonomo occasionale?

 

Ci arrivano spesso richieste da soci che chiedono se possono “inquadrarsi fiscalmente” rilasciando ricevute per “prestazioni occasionali”. Alcuni esempi

  - Avrei bisogno di sapere se la mia partita iva verrà chiusa dal 1 gennaio 2025 se sarebbe possibile lavorare con il codice fiscale personale fino a 5000€.

  - Sto valutando di chiudere p.iva per avviare attività in altra forma

  - Sarei interessato a sapere come comportarmi e cosa bisogna fare per proseguire da pensionato quindi con partita IVA chiusa a massaggiare occasionalmente in inverno e in estate facente parte come esterno di un campeggio.

Noi finora abbiamo risposto che conviene mantenere o adottare la p.iva forfetaria (se sussistono le condizioni). Cerchiamo di spiegarne i motivi.

Nel 2022 la normativa è stata aggiornata… Ma continuiamo a ritenere la p.iva forfetaria più sicura e conveniente.

Attenzione! Non confondete le “prestazioni occasionali” e il “lavoro autonomo occasionale”. Escludiamo le “prestazioni occasionali”: vedi sotto perché.

Ci può riguardare invece Il lavoro autonomo occasionale.

Cosa è: Il lavoro autonomo occasionale si realizza quando una persona svolge, senza il carattere di abitualità, una prestazione lavorativa, utilizzando il proprio lavoro e i propri mezzi, e senza subire il vincolo di subordinazione da parte del committente; si configura, quindi, una prestazione di lavoro autonomo che però ha il carattere dell’occasionalità, e per questo non richiede l’apertura di una posizione IVA.

Anche in questo caso sussistono le 3 condizioni viste sopra in a), b) e c) compresa la segnalazione preventiva agli organi preposti ma… con alcune eccezioni.

Possono essere esentati dalla comunicazione preventiva:

   a) Le ATS (associazioni del terzo settore) e le ASD che non esercitano attività commerciale, anche in piccola parte.

   b) I prestatori di “lavoro autonomo intellettuale”.

Potrebbe essere interessante per chi effettivamente svolge una attività “occasionale”; ma vanno valutate 2 criticità che nascono dai termini “occasionale” e “intellettuale”.

   1) Quando un lavoro autonomo si può definite “occasionale”? I pareri sono vari ma la risposta resa incerta e ambigua… e non aiuta la definizione “non svolta in maniera abituale”. Ragioniamo su 3, 10, 20 prestazioni all’anno? solo un mese all’anno? ecc.; lascio a voi la valutazione… ma poi è il fisco che decide.

   2) Che tipo di lavoro si può definire intellettuale” ? Le fac dell’Ispettorato del Lavoro susseguitesi tra il gennaio e marzo 2022 lasciano incertezza e ambiguità. L’esemplificazione data “si ritiene che siano comunque escluse dall’obbligo comunicazionale le prestazioni di natura prettamente intellettuale. Pertanto, possono essere esclusi, a mero titolo esemplificativo, …….., i relatori in convegni e conferenze, i docenti e i redattori di articoli e testi.

Sembrerebbe includere gli insegnanti ma escludere gli operatori prevalentemente manuali…

Non ci aiuta a chiarire il quadro il confronto con la definizione più ampia contenuta nella legge 4/2013: “servizi … a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo”.

Quindi restano 2 grossi “buchi neri” che espongono “i lavoratori autonomi occasionali” a seri rischi di sanzioni.

Vedete voi se rischiare o non rischiare! Noi vi diamo accesso alle fac del Ministero del Lavoro e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per verificare con vs. occhi: faq n. 5 del 27.01.2022  faq varie del 01.03.2022  

 

Ma cosa è conveniente per un operatore/consulente/insegnante DBN?

Ma può convenire essere “lavoratore autonomo occasionale” pagando la Ritenuta di Acconto (R.A.) invece che P.iva forfetaria? Tenendo conto che le somme incassate vanno in cumulo con gli altri redditi e quindi il 20% anticipato potrebbe diventare il 23% o il 35%.

Facciamo qualche conto:

Quanto verso se faccio “prestazioni” annue per:

totale            lavoro occasionale R.A.                 p.iva 960909 primi 5 anni   

   100 €            20 € senza pensione                    20,8 € con pensione*

   300 €            60 € senza pensione                     63,4 € con pensione

  1000 €         200 € senza pensione                    208 € con pensione

  5000 €        1000 € senza pensione                  1040 con pensione 

*con pensione significa che circa l’85% dei versamenti è accantonato nella gestione separata dell’Inps per la tua futura pensione (senza minimi di anni lavorativi)

Vedi i conteggi dettagliati a questo link

Difficile credere che una attività “occasionale” possa fatturare più di 5.000 euro ma se succedesse si aggiungerebbe alla R.A. una quota Inps tra il 33-35 % portando gli oneri al 53-55% per il lavoro autonomo occasionale!

Non esiste il limite di 5000 € per il lavoro autonomo occasionale ma nel ns. settore le fatture sono “piccole” per cui mediamente a 5000 € corrispondono a 100-200 fatture e quindi fuori dalla “occasionalità”.

Val la pena di rinunciare alle quote di pensione e soprattutto di rischiare sanzioni per pochi euro? In sintesi le differenze sono:

     0,8 € su 100 €

    3,4 € su 300 €

    8 € su 1000 €

  40 € su 5000 €

Dal 6° anno la differenza aumenta ma resta modesta per il ns. settore (fino ai 1000 €)  vedi i conteggi dettagliati a questo link

Senza rischiare di incappare in infortuni legati alle interpretazioni di “occasionalità” o di “lavoro intellettuale”. E godendo dei versamenti contributivi per una pensione futura.

Così risparmio i costi del commercialista!

Ma sei capace di gestirti gli F24 relative alle “prestazioni occasionali” e di fare la dichiarazione dei redditi a fine anno inserendo le cifre tra gli “altri redditi” o i “redditi diversi”? E di detrarre le cifre versate come R.A. dalle tasse, chiedendo l’eventuale rimborso se vai in credito d’imposta?

Gestire correttamente “il lavoro autonomo occasionale” comporta adempimenti che richiedono competenza e esperienza.

Se lavori per una associazione o un soggetto con p.iva il 20% di R.A. te lo devono trattenere loro e versare allo stato. Se lavori per le persone “normali” la somma incassata durante l’anno va in cumulo con gli altri redditi e lo devi inserire come reddito addizionale nella dichiarazione annuale, probabilmente al 23%.

Sul piano pratico gestire il “lavoro autonomo occasionale” non è più semplice di gestire una p.iva forfetaria.

Se sei capace di far tutto autonomamente (con l’ausilio degli strumenti messi a disposizione dal movimento) è più semplice gestire la p.iva forfetaria; se hai bisogno di un professionista o di CAF/patronati, i costi sono analoghi.

A meno di voler lavorare in nero, ma può essere rischioso…. e sicuramente poco dignitoso.

Claudio Parolin

P.S. Perché le “prestazioni occasionali” non sono utilizzabili dagli operatori/consulenti/insegnanti? Non sono adatte alle attività del ns. settore perché richiedono a) 2 soggetti; l’utilizzatore (chi commissiona la prestazione, il cliente) e il prestatore (chi offre il servizio, l’operatore/insegnante); b) un accordo tra l’utilizzatore e il prestatore che stabilisca la natura della prestazione, la durata, il compenso ecc.; c) una comunicazione preventiva alle autorità preposte (Inps e Ispettorato Nazionale del Lavoro).

È chiaro che non è gestibile nei trattamenti a singoli clienti. Non val la pena quindi di entrare nel merito dei limiti (5.000€/anno, ecc.)